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La scheda – Prentiss Hubb: l'asso nella manica della Dolomiti Energia Trentino

Prentiss Hubb

La compagine bianconera si è assicurata le magie della combo guard americana

La piccola e tranquilla cittadina di Upper Marlboro, nel Maryland, conta meno di settecento abitanti ma è la terra da cui nascono i giocatori di pallacanestro. Assurdo anche solo ad immaginarlo eppure Victor Oladipo, Melo Trimble, Markelle Fultz e almeno un altro paio di giocatori che attualmente occupano i parquet europei e oltreoceano hanno mosso i primi passi – nel vero senso del termine – non distanti da dove ha visto la luce per la prima volta Prentiss Hubb. La famiglia è composta da papà Prentiss, mamma Linda, la sorella Tiffany e il fratello Carlos; lui vuole rimanere nel cuore dei suoi compagni e dei suoi tifosi, perché tutto ciò che riguarda la condivisione glielo ha insegnato il “nido” in cui è cresciuto, là dove bastava tendersi la mano per sapere di poter essere indispensabili. Non è un caso che siano proprio le sue braccia tatuate a raccontare quello che significano queste persone per lui: la rosa sull'avambraccio e il nome Linda sul posto destro per ricordare la madre e la scritta “My Brother's Keeper” per il fratello sempre pronto a guardargli le spalle, sono solo alcuni dei numerosi disegni a cui è affezionato e che ricorda con immenso affetto. Ma Prentiss ha anche il numero 301 “stampato” sul bicipite destro che rappresenta la zona in cui è nato, quel posto oggi lontano ma sempre ricorrente, soprattutto quando lo può mostrare a tutto il pubblico in festa dopo uno dei suoi canestri.

Il nuovo innesto della Dolomiti Energia Trentino inizia a vedere i primi frutti del suo lavoro in età adolescenziale quando entra a far parte della squadra di Gonzaga College High School nei pressi della capitale a stelle e strisce. Dopo una partenza un po' in sordina, al termine del secondo anno alza il suo primo trofeo vincendo il titolo della Washington Catholic Athletic Conference. Successo che bisserà la stagione successiva, ma questa volta con un ruolo da protagonista: infatti, con 13.8 punti e 4.5 assist di media Hubb trascina la squadra al secondo titolo di fila e si guadagna la selezione nel primo quintetto All-WCAC. Tuttavia, la gloria si trasforma presto in delusione e il classe 1999 è costretto a saltare tutto il senior year a causa della rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro. Un fulmine a ciel sereno che non compromette la sua strada verso il college grazie al suo ranking da talento 'quattro stelle' con cui richiama le attenzione di Maryland, Villanova, Virginia e Notre Dame; nonostante l'ateneo di College Park (Maryland) rappresenti un ritorno a casa, Prentiss preferisce un programma che gli garantisca un numero di minuti consistente optando così per i Fighting Irish (Notre Dame).

Come durante il primo anno di liceo così da freshman al college, Prentiss Hubb comincia il suo cammino con cifre modeste (8.1 punti, 4.0 assist e 3.1 rimbalzi di media) ma entrando in poco tempo nelle grazie di coach Mike Brey che lo tiene sul parquet per 33.6 minuti reputandolo un ottimo elemento per il suo quintetto base. La fiducia del capo allenatore unita alla sua crescita – dovuta certamente ad un anno di basket universitario alle spalle – rendono il nativo di Upper Marlboro ben inserito tra i Fighting Irish e nonostante la stagione sia costretta ad interrompersi a causa della pandemia da Covid-19, i numeri salgono alla voce punti (12.1) e assist (5.1), oltre alla percentuale da tre che migliora sensibilmente passando da 26.2% con quasi 5 tentativi a partita a 34.4% con quasi 7 tiri di media. Il junior year rappresenta una svolta netta nella carriera universitaria del classe 1999, il quale porta la sua pallacanestro ad un livello più alto classificandosi come una delle migliori guardie della Conference e della NCAA. Notre Dame registra un record negativo di 11-15 non accedendo al torneo nazionale, ma Prentiss Hubb è senza dubbio la stella della squadra: segna 14.6 punti, distribuisce un totale di 152 assist classificandosi primo nella Atlantic Coast Conference e undicesimo in tutta la NCAA (con 5.8 di media rimane primo per assist a partita, ma quindicesimo in NCAA); inoltre registra la sua miglior percentuale a cronometro fermo con il 78.0% e viene inserito nel terzo quintetto della Conference.

L'ultimo anno nello stato dell'Indiana si chiude con un record di 24 vittorie e 11 sconfitte che porta Notre Dame ad un possibile accesso al torneo nazionale tramite First Four. Dopo aver superato il turno “preliminare”, la squadra di coach Brey elimina Alabama al primo turno prima di cadere contro Texas Tech. La guardia americana non vive la sua miglior stagione a livello statistico e non lascia un marchio indelebile durante la March Madness, ma il valore che l'ateneo gli attribuisce dopo quattro stagioni è encomiabile. Sesto all-time per assist distribuiti e sebbene le chance di entrare in NBA siano basse, gli viene riconosciuto il fatto di essere un giocatore con gli attributi ed il sangue freddo giusti per diventare un professionista con una carriera da ricordare. A notare queste caratteristiche è la compagine teutonica di Ludwigsburg che permette ad Hubb di misurarsi con un campionato competitivo come la Bundesliga e allo stesso tempo confrontarsi con altre realtà europee giocando la Basketball Champions League. Il bilancio con i giallo-neri è più che positivo: quarantotto partite su quarantotto nello starting five con 30.6 minuti medi di impiego; 15.0 punti segnati a partita con 13.6 tentativi dal campo a cui ha aggiunto 5.6 assist, 3.1 rimbalzi e 1.2 recuperi. Chiude al quarto posto in classifica la stagione regolare e si ferma in semi-finale ai play-off, mentre in BCL il cammino si interrompe ai play-in dopo aver superato la fase a gironi (secondo posto con record 4-2).

I numeri non sono sempre tutto e non sempre raccontano la storia di un giocatore, soprattutto se il nome in questione è quello di Prentiss Hubb. Il nativo del Maryland è rimasto nei cuori dei Fighting Irish a Notre Dame e una volta in Europa non ha mai fatto mancare il proprio apporto alla causa dei tedeschi. Un punto di riferimento dentro e fuori dal campo che ha spinto la Dolomiti Energia Trentino a firmarlo, regalando a coach Paolo Galbiati molto più di una semplice guardia duttile quanto un giocatore che nella doppia dimensione LBA-EuroCup può portare ad un salto di qualità. Considerato clutch per la sua freddezza nel prendersi responsabilità negli istanti finali di partita, Hubb è dotato di un ottimo e in costante miglioramento decision making che gli permette di fare la scelta giusta al momento giusto. Principalmente votato alla fase offensiva, il classe 1999 ha istinti innati da passatore con cui riesce a trovare i compagni sia dentro sia fuori l'arco non prima di aver attirato a sé il raddoppio avversario. Quando si tratta di stracciare la retina, il suo arsenale si fa più ampio: infatti, è un affidabile tiratore in catch and shoot dall'angolo e dalla punta, ma sa come fare male anche creandosi un tiro dal palleggio grazie al mancino morbido e al rilascio fluido; in transizione può faticare contro difese fisiche, tuttavia ha grande conoscenza dei propri mezzi e sa chiudere al ferro con intelligenza a determinate condizioni. In difesa usa con estrema abilità le proprie braccia cercando di fermare subito il palleggiatore; inoltre ha rapidità di piedi per inseguire il proprio opposto o venire in aiuto sul raddoppio garantendo qualità e la giusta pressione per indurre all'errore l'avversario. All'interno di un roster rivoluzionato per buona parte, Prentiss Hubb ha la personalità per diventare in breve tempo un leader in grado di influenzare – in maniera positiva – l'andamento ed il ritmo dell'intera squadra.

 

Redazione: Overtime - Storie A Spicchi

Photo Credit: FIBA

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